Negli ultimi decenni il turismo è diventato uno dei settori trainanti per l’economia mondiale e per il nostro Paese anche in considerazione della migliore qualità della vita, dell’aumento del tempo libero e della facilitata mobilità geografica. Il turismo oggi contribuisce allo sviluppo dell’occupazione, ma ha l’obbligo di perseguire la migliore formazione e qualificazione delle risorse per un mercato sempre più esigente e competitivo.

FareTurismo attraverso l’annuale “Incontro dei Presidenti dei Corsi di Laurea in Turismo” vuole favorire il confronto costante e costruttivo tra mondo accademico e associazioni di categoria del settore perché vi sia collaborazione nell’individuare le specificità dei percorsi formativi e delle professionalità attese in uscita dai corsi di laurea.

Dopo il “Primo Incontro” nel 2006, le considerazioni scaturite in occasione del “Secondo Incontro” nel 2007, grazie al contributo scientifico del Centro Studi del Touring Club Italiano e alla qualificata partecipazione dei rappresentanti di 25 atenei e dei vertici nazionali di Confindustria Alberghi, Assotravel e Fiavet furono le seguenti:
– lo scarso orientamento all’utilizzo di laureati è dovuto alla dimensione delle strutture, alla loro gestione familiare, alla limitata presenza di forti gruppi e catene alberghiere;
– il sistema formativo rischia di dare troppe opzioni e poca pratica;
– occorre attentamente comunicare le reali prospettive di lavoro senza generare false aspettative;
– le pubbliche amministrazioni sono datate per procedure e competenze oltre che lontane dal mondo delle imprese;
– il sistema formativo già così frammentato è poco orientato al saper fare e la corsa all’alta formazione distoglie dall’attenzione che occorre sempre prestare alla cultura di base;
– il dialogo continua a essere carente tra mondo accademico e imprese.

Nel “Terzo Incontro” del 2008 FareTurismo ha rilanciato l’impegno a trovare soluzioni condivise e strumenti efficaci attraverso la realizzazione di un “Osservatorio Nazionale sui fabbisogni professionali del turismo” invitando tutti i protagonisti (Istituzioni, Enti Locali, Università, Associazioni di categoria, Camere di Commercio e Imprese) ad assicurare conoscenze e competenze utili in prospettiva per la rinnovata offerta formativa, il lavoro e le professioni. Inoltre, è stata condivisa da tutti la necessità di una Conferenza permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea e di ampliare le occasioni di confronto partendo dalla esperienza più che positiva del consolidato FareTurismo.
Internazionalizzazione dell’offerta formativa con la creazione di scambi culturali con le realtà accademiche europee, identificazione più certa degli argomenti dei corsi di laurea, innovazione dei percorsi con più alta formazione e competenza significativa dei formatori, gli altri punti critici evidenziati dai numerosi interventi. Su tutti, la consapevolezza di dover lavorare sulle Istituzioni, Ministero in primis, per una maggiore spendibilità delle lauree nel settore pubblico. Si è anche sottolineato quanto sia elevato il tasso di “mortalità dei corsi di master”, mentre solo il 67% delle lauree magistrali prevede un periodo obbligatorio di stage.

Nel “Quarto Incontro” del 2009, alla luce della riprogettazione di tutti i corsi di laurea tra il 2008 e il 2010, è stata evidenziata l’attività svolta dalle Università al fine di uniformare e razionalizzare, attraverso un coordinamento con le parti sociali, i comitati di indirizzo e il mondo professionale territoriale, le offerte formative dei corsi presenti sul territorio nazionale (come previsto dalla legge 270), strutturando percorsi che sfruttino al massimo le attività di orientamento e in particolare i tirocini, primo passo verso l’attività lavorativa.
Le organizzazioni di categoria hanno posto l’accento, alla luce dell’attuale situazione di crisi, sulla necessità di laureati multicompetenti (piuttosto che iperspecializzati), duttili, con una visione d’insieme della filiera turistica e spiccate capacità operative.
Spesso coloro che escono dalle Università non hanno la percezione complessiva dell’intero sistema e delle problematiche connesse; inoltre, hanno poca capacità di adattamento e aspettative troppo alte rispetto alle reali esigenze delle aziende turistiche in generale e di quelle alberghiere in particolare dove i profili ricercati non sono solo di top management, ma anche più bassi: dal responsabile booking al manager.
La difficoltà di inserimento dei laureati è dovuta anche alle dimensioni delle aziende presenti sul territorio italiano, spesso medio-piccole e a conduzione familiare, incapaci di assorbire i flussi in uscita dalle Università.
Ciò significa ampliare gli orizzonti, anche oltre il livello nazionale, e avere una visione sistemica del turismo, dove oltre alle figure tradizionali, che necessitano di competenze di base e tecniche, possono essere inserite nuove professionalità ancora non riconosciute, in grado di offrire ulteriori sbocchi ai neolaureati.
Le attività che FareTurismo ha intrapreso nel favorire il confronto tra mondo accademico e mercato del lavoro ha trovato concretizzazione nell’intuizione da parte del ministro Brambilla di costituire nell’aprile 2009 il Comitato Ministeriale per la Razionalizzazione della Formazione Turistica e la Promozione della Cultura dell’Ospitalità, composto da accademici ed esperti del settore provenienti da tutta Italia, volto ad affrontare le principali problematiche inerenti la formazione e a valutare l’ipotesi di creare un “Centro nazionale per l’alta formazione” da presentare al vaglio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Nel “Quinto Incontro” del 2010 si è sottolineato che l’offerta turistica italiana è una realtà complessa, fatta di tante microimprese, di un numero esiguo di grandi catene alberghiere e con una struttura dell’intermediazione (tour operator e agenzie di viaggi) con una vocazione all’outgoing.
Altro aspetto migliorabile è quello retributivo, in quanto molte figure professionali – a parte una limitata fascia di management – non ricevono stipendi “accattivanti”. Inoltre, la stagionalità è ancora un fenomeno molto forte. Non da ultimo resta il problema dell’assenza di un “ponte” efficiente tra mercato del lavoro e mondo della formazione.
Coinvolgere nelle docenze esperti esterni provenienti dal mondo delle professioni, impedire la fuga di cervelli verso l’estero e soprattutto creare un riferimento nazionale per i laureati in uscita sono solo alcune delle linee guida emerse nell’incontro.
L’importanza di una formazione professionalizzante per coloro che operano nel settore è stata evidenziata negli interventi che si sono succeduti.
Controverso il problema del placement all’interno degli atenei che non trova standard omogenei in tutte le facoltà.
Tanti hanno rimarcato una spiccata evoluzione del sistema universitario non solo per quanto concerne l’ampliamento delle materie di insegnamento, ma anche per la sperimentazione di nuove strade che facilitino l’accesso al lavoro ai neolaureati. In alcuni casi sono le imprese a non riuscire a evolversi con la stessa velocità, rimanendo ancorate a stereotipi superati.
Dunque l’importanza di iniziative concrete come l’inserimento di professionisti nella didattica, l’attivazione di progetti di ricerca applicata, l’organizzazione di Career Day con i manager delle aziende.

Nel Sesto Incontro del 2011 (svolto in occasione della prima edizione a Roma di FareTurismo Italia) sull’attuale offerta formativa e gli sbocchi professionali dei percorsi già attivati, oltre che sulla loro effettiva spendibilità sul mercato del lavoro si sono confrontati i Presidenti dei Corsi di Laurea e Master con le Organizzazioni Nazionali di Categoria. “In un mondo in cui la concorrenza sul fronte turistico è esasperata, vista anche la crescita esponenziale dei Paesi a vocazione turistica, fare turismo – ha dichiarato Roberto Corbella Presidente ASTOI Federturismo Confindustria – vuol dire avere una capacità di differenziarsi, riuscendo a sfruttare tutte le opportunità esistenti che devono, però, essere presentate con professionalità e con la capacità di esaltare il rapporto costo-benefici, oggi più che mai richiesto dal mercato. Non è più epoca per improvvisarsi operatori turistici, ma è necessaria una formazione approfondita e ad ampio spettro”. Dello stesso avviso Nicola Boccella Presidente della SISTUR Società Italiana di Scienze del Turismo e Presidente CdL in Scienze Turistiche Sapienza Università di Roma “I Corsi di Laurea in Scienze del Turismo devono rispondere in modo puntuale alla domanda di competenze proveniente dall’industria turistica. Si tratta, come è intuitivo, di una domanda di competenze in continua evoluzione anche per l’accentuata competitività che si registra a livello internazionale. In quest’ottica uno degli obiettivi dei Corsi di Laurea è affiancare all’indispensabile formazione sul lavoro una formazione di base per il lavoro. Rientra, pertanto, in questo quadro l’attività di stage, ma soprattutto l’insegnamento di discipline quali l’economia del turismo, il marketing, la sociologia e l’antropologia del turismo, la legislazione del settore con particolare attenzione agli aspetti giuslavoristici”.

Nel “Settimo Incontro” del 2012 sono state affrontate le seguenti tematiche:
– quale futuro per i corsi di laurea in turismo;
– il riconoscimento del titolo;
– il coordinamento tra i corsi di laurea;
– quanto inciderà il nuovo modello di valutazione sulla programmazione;
– la nuova offerta formativa post diploma degli Istituti Tecnici Superiori genera concorrenza?;
– le competenze dei laureati e le aspettative da parte delle aziende.

Nell’Ottavo Incontro” del 2013 sono state affrontate le seguenti tematiche:
– il punto sull’Alta Formazione in Turismo;
– Offerta, Mercato, Professioni;
– l’offerta attuale e la ridefinizione in atto (certificazioni ANVUR), riconoscimento e accessi alle professioni;

Nel Nono Incontro” del 2014 sono state affrontate le seguenti tematiche:
– effettiva spendibilità del titolo di Dottore in Scienze;
– integrazione Università-mondo del lavoro in ambito didattico;
– Riforma Fornero e regolamentazione;
– profilo dei laureati e potenziamento Corsi post-lauream di specializzazione;
– riqualificazione e competitività del settore;
– auto-impresa.

Nel Decimo Incontro” del 2015 sono state affrontate le seguenti tematiche:
Anagrafe MIUR corsi di laurea triennale, magistrali e master universitari: il punto della situazione
–      I numeri: tenuta dei corsi di laurea;
–      Accorpamenti interclasse e interdipartimentali: tendenze in atto;
–      Progetti innovativi.
Visibilità dei corsi di laurea triennali e magistrali di turismo
–      presso le istituzioni del territorio (Regioni, Comuni)
–      presso le aziende
–      iniziative in atto
Efficacia professionalizzante e impatti sul mondo del lavoro
–      I numeri: laureati occupati
–      loro presenza in ambiti coerenti con il profilo formativo
–      iniziative in atto

Nell’“Undicesimo Incontro” del 2016 sono state affrontate le seguenti tematiche:
– eterogeneità dei curricula (e delle aree disciplinari interessate);
– mancato riconoscimento legale delle lauree in classe L15 e, soprattutto, in classe L49, non chiaro ruolo dei diversi livelli di titolo, master inclusi;
– come gli imprenditori identificano le caratteristiche da loro ritenute più importanti nella scelta dei laureati da assumere nelle loro imprese (non chiara differenziazione fra i livelli di laurea, la scarsa rilevanza del voto finale, l’importanza delle esperienze lavorative, inclusi i tirocini, e la buona conoscenza della lingua; le lauree di ambito turistico sono considerate positivamente, anche se, in base al profilo richiesto, subiscono la “concorrenza” di lauree più legate alla specifica area aziendale presa in esame dall’indagine – amministrazione, marketing, risorse umane, ricevimento, commerciale);
– problema di “riconoscibilità” del titolo acquisito, in un mercato del lavoro che promuove le abilità nell’ambito economico e gestionale;
– criteri di ammissione, in genere tenuti bassi, con possibili effetti sulla qualità della didattica (da un lato è opportuno garantire l’accesso alle lauree magistrali ai laureati di primo livello provenienti da una pluralità di corsi di studio, dall’altro si ritiene importante procedere in modo graduale, con percorsi diversificati, limitando ma definendo accuratamente le basi comuni).